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Roberto Vecchioni: «Il mio Ulisse, eroe che vince le tentazioni»

Servizio tratto da RAI 3 - TGR Liguria "Il Settimanale" del 14.03.2015

Le vele di Ulisse su una rotta che è anche una risposta «ai molti navigatori del web, ogni giorno immersi in una marea di parole inutili»...


articolo tratto da Repubblica.it »

"Il mio Odisseo un po' furbino è un personaggio sempre moderno"
Roberto Vecchioni al Politeama Genovese torna per una sera professore di greco

07.03.2015 - Enrica Manna

"Pensare che io, Odisseo, non lo amo molto. Perché è un furbino, una volpe. Ma è l'uomo moderno che cerca di sconfiggere le avversità, ha un grande spessore morale. E oggi non ne esistono più, di furbi morali". Roberto Vecchioni torna professore. E sale non in cattedra, dove ha insegnato greco e latino per vent'anni: ma sul palco del Politeama Genovese, lunedì alle 21 (biglietto 9 euro). A bordo del progetto a tappe di Sergio Maifredi Odissea. Un racconto mediterraneo, produzione Teatro Pubblico Ligure: per raccontare "Il mio Odisseo".

Chi è l'Odisseo di Vecchioni?
"Un personaggio modernissimo, fondamentale. L'Illuminismo, d'altronde, è nato con lui. Che fa da spartiacque tra una cultura di favole, di mito, e la conquista dell'uomo ".

In che modo Odissea ci parla, ancora oggi?
"Ci sono due tipi di avversità che colpiscono Ulisse: i mostri esterni che vogliono distruggerlo, e infatti il nome stesso, Odisseo, significa colui che è odiato, un tratto tipico della natura umana. E poi, il nemico rappresentato dall'abbandono, dalla dimenticanza: quello che lo tiene lontano da casa. Per questo il suo viaggio è così ricco di significati: per alcuni è un percorso intrapreso per tornare, un'esperienza che si conclude nel ritorno al semplice. Per altri è la sfida a ricominciare sempre".

E per lei?
"È la bellezza dell'essere umano: da giovane Odissea si leggeva come favola, non ci accorgevamo che era premonitrice di valori, una summa di enciclopedia di tutte le possibilità del vivere dell'uomo. Eppure oggi prevale sempre un'ottica di guadagno, di vantaggio. Ci sono uomini e istituzioni che pensano solo al proprio interesse. Ma il nostro destino è conoscere noi stessi. Il problema non è tanto capire il senso della vita, che forse è un nonsense, ma almeno dare un significato alla propria. Quello che manca alle nuove generazioni ".

È anche il tema del suo ultimo libro, Il mercante di luce.
"Racconta la storia di un padre che cerca di trasmettere il senso della vita al figlio malato, di trasmettergli la bellezza viaggiando con lui tra i versi dei lirici e tragici greci perché è lì, in Grecia, che tutto ha avuto inizio. Ne parlerò anche sul palcoscenico. Credo che questo, alle nuove generazioni, manchi tantissimo: perché non è stato spiegato loro il valore del classico. Ma non è tanto colpa loro, o della scuola: è un problema dei tempi, le cose pratiche hanno il sopravvento su quelle spirituali. La crisi, l'insicurezza, tolgono tempo all'introspezione, ma è un grande errore ".