I tuoi occhi sono un mare pescoso
di ogni delizia, e le flessili ciglia
 
remi alla nave di Odisseo glorioso.
Odor di mare, suono di conchiglia,
 
d’un viaggio e d’un approdo ascoso,
gioia mortale, ottava meraviglia.
 
Ma tu, altera, mi lasci doloroso
e uno strano sgomento mi si appiglia.
 
Così resto da un canto timoroso,
spemente e trepido
d’un azzurro tuo sguardo
 
che, come acqua, mi faccia meno roso
del fuoco di cui ardo.
 
(schema: AB AB AB AB Acc Ac)
                                                                                                        

Pubblico con piacere il contributo dell'amico Renato Pagnoncelli in occasione della mostra "Ulisse '69".

"Io scrissi la mia prima poesia citando proprio Odisseo. Si riferisce a una ragazza di una decina d’anni prima della stesura della composizione dunque indirettamente la poesia introduce il tema del nostos, del ritorno. È da lì che probabilmente ho avuto l’immagine di Ulisse. E poi in fondo l’universo femminile è una terra da scoprire anch’esso."

Renato Pagnoncelli